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L'integrazione alimentare

E' necessario saper discernere in termini di alimentazione per riacquistare un giusto equilibrio dietetico. Bisogna tener presente che in un organismo la cui alimentazione è sbagliata da diversi anni, sono evidenti notevoli carenze che richiedono l'apporto supplementare di diverse vitamine e oligoelementi. Inoltre, va ricordato che la malattia spinge l'organismo ad avere maggiormente bisogno proprio di detti elementi per essere in grado di combatterla.

E' necessario allora fornire all'organismo quell'insieme di vitamine e oligoelementi che la sola alimentazione, per quanto sana, non può garantire nella giusta quantità.

Quale integrazione?

Le vitamine

Le vitamine, o ammine vitali, ricoprono l'insieme delle molecole indispensabili alle funzioni vitali; in alcuni casi, non potendole sintetizzare, l'organismo è costretto ad assimilarle attraverso l'alimentazione.

Sono sostanze indispensabili per le reazioni biochimiche del corpo all'interno del quale agiscono come catalizzatori di reazioni ben precise - ogni vitamina ha un ruolo specifico. La differenza tra le vitamine e gli ormoni è data dal fatto che gli ormoni possono essere sintetizzati dall'organismo mentre le vitamine no, quindi, in tal senso, l'organismo dipende dal proprio ambiente alimentare.

Le vitamine possono essere raggruppate in due classi: - le liposolubili (solubili nei grassi): vitamine A, D, E, F, K; - le idrosolubili (solubili nell'acqua): vitamina C, l'insieme delle vitamine del gruppo B, nicotinammide, acido folico, acido pantotenico, colina, inositolo, flavoni, ecc.

Nel corso dei secoli è stata riconosciuta l'importanza delle vitamine negli alimenti, in modo specifico per ogni sottogruppo. Per quanto riguarda i sintomi clinici, le prime osservazioni risalgono all'antichità, mentre descrizioni più accurate, come quella della mancanza di vitamina C e della cura necessaria, furono date già nel medioevo. Tuttavia, fu solo a partire dagli anni '50, grazie allo sviluppo della biochimica, che si capirono i meccanismi biochimici precisi di dette sostanze e fu possibile descriverne le strutture molecolari. Infine, solo negli ultimi dieci anni è stato possibile misurare con esattezza la quantità di vitamine presenti nei vari alimenti e la loro concentrazione nel sangue, evidenziando i vari problemi del loro assorbimento a livello intestinale. Se le vitamine idrosolubili, infatti, sono facilmente assorbibili da parte dell'intestino, le vitamine liposolubili richiedono l'integrità delle funzioni di assorbimento intestinale specifiche dei corpi grassi. In questo modo è stato possibile identificare casi di avitaminosi dovuti a un cattivo processo di assorbimento, nozione, questa, relativamente recente.

I contenuti di vitamine degli alimenti sono minimi e vengono generalmente misurati in milligrammi; inoltre, le fonti alimentari tradizionali di alcune vitamine specifiche sono diminuite negli ultimi tempi (scarsa concentrazione di vitamina C nella frutta maturata artificialmente, nelle verdure conservate o negli oli prodotti "a caldo", poveri di vitamine E e F, per citare solo tre esempi). D'altra parte, gli agenti conservanti e soprattutto inquinanti impiegati come concimi o semplicemente presenti nell'ambiente "moderno" diminuiscono le capacità di assorbimento intestinale di alcune vitamine o il loro impiego corretto da parte dell'organismo. Si tratta di concetti fondamentali nella valutazione corretta delle dosi terapeutiche in caso di avitaminosi cliniche o sub-cliniche.

E' necessario tener presente che, sia per le vitamine che per gli oligoelementi, ci troviamo di fronte a del materiale assai complesso: ad esempio, è il caso della carenza di una vitamina che può essere compensata con la presenza o con l'eccesso di un'altra (la vitamina C svolge funzioni multiple) o dell'importanza della presenza di un oligoelemento nella funzione di una vitamina e viceversa (vitamina E e selenio). Quantità eccessive o dosi troppo forti di vitamine sono state descritte per la vitamina A e la vitamina D, mentre non sembrano possibili casi di dosaggio eccessivo per le altre vitamine. Recentemente, tuttavia, è stato descritto uno stato di dipendenza dell'organismo da dosi eccessive di vitamina C e una diminuzione dei recettori cellulari della stessa vitamina in caso di assunzione per un lungo periodo di tempo. Sembra logico, in tal senso, variare la quantità di vitamine da assumere durante le settimane - specialmente per alcune vitamine in particolare (soprattutto quelle appartenenti al gruppo idrosolubile). E' inoltre necessario tener presente che certe vitamine del gruppo B vengono prodotte dalla flora intestinale dell'intestino crasso.

I metalli e gli oligoelementi

Questo gruppo comprende un certo numero di elementi ritrovati in quantità facilmente dosabili (ferro, iodio, calcio, fosforo ... ), gli oligoelementi, sotto forma di metalli presenti in dosi minime (in milionesime parti: rame, magnesio, cobalto, selenio, litio, alluminio ... ) e gli oligoelementi tossici (piombo, mercurio, cadmio...). La presenza o l'assenza di detti metalli o metalloidi (oligoelementi tossici) è essenziale per il corretto funzionamento dell'organismo in quanto numerosi enzimi possiedono un elemento metallico che consente loro di svolgere la propria reazione biochimica. Alcuni di questi metalli sono molto specifici (il selenio con il glutationeperossidasi, lo zinco che invece agisce su circa 112 metallo-enzimi ... ).

Non si parlerà mai abbastanza dell'importanza di tali oligoelementi che agiscono come regolatori essenziali del nostro metabolismo.

Ogni singolo metallo sembra avere una sua importanza e lo sviluppo dei metodi analitici che consentono di misurarne delle quantità infinitesimali (milionesimi) dimostrano quanto essi siano importanti.